BESTIARIO

Anno 2002

Dimensioni 40x45

Opera eseguita in computer grafica.

Bozza originale in cartaceo non disponibile.


 

 

Opera totemica dedicata al mondo simbolico e onirico, Bestiario trae ispirazione dal regno Animalia. Le undici specie presenti nel quadro, rappresentano per L’autore dell’opera undici aggregati di qualità, che animano la vita conscia e inconscia della mente umana. Da tempi remoti la specie Homo copia e simula caratteristiche di altre specie, per difendersene o predarle e in tempi più recenti, anche per usarle come tramite con dimensioni differenti da quella terrena (es: culto di divinità zoomorfe, animali guida, ritualità zooerastiche).

Il primo essere è la farfalla, simbolo dell’anima e della rinascita psichica, il cui corpo viene ritratto dall’autore dell’opera con le sembianze di un pugnale rivolto verso il basso. In cima al manico è posto a pomello un sole che viene divorato dalla luna (il pugnale-farfalla è di fatto un memento mori).

Le sue ali sono formate da sei animali:

  • Ibis, simbolo lunare di conoscenza e abilità, è associato nella tradizione degli antichi egizi al dio Thot, che nella mitologia alchemica divenne Ermete Trismegisto, da cui deriva la tradizione ermetica.

  • Carpa, altro simbolo lunare che rappresenta il coraggio (anche di fronte alla morte) e la perseveranza. Amatissimo dai popoli dell’estremo oriente, che fanno di queste caratteristiche motivi d’orgoglio e onore. Nella serie Sei Allegorie appare in quasi tutte le opere come rappresentazione dei principi Yin e Yang delle tradizioni taoiste e confuciane.

  • Squalo è forza, ma anche longevità, essendo una delle specie animali più antiche (lo squalo della Groenlandia è anche un campione di longevità e può vivere fino a 400 anni). É spesso associato all’istinto di sopravvivenza ed è nota l’espressione popolare “essere come uno squalo”.

  • Il pipistrello simboleggia la ricerca interiore e la vita ultraterrena (come immagine psichica), per la sua caratteristica di abitare luoghi bui e alle volte inacessibili all’uomo. Per questo è anche spesso associato a miti crepuscolari come quello dei morti viventi.

  • Serpente, simbolo di vita e rigenerazione per antonomasia. Adorato in molte culture, appare nelle epopee mesopotamiche come l’animale che prese la pianta dell’irrequietezza a Gilgames, il quale l’avrebbe usata per ritornare giovane. Nell’opera allegorica le spire del serpente sono concentriche ad una girandola che simboleggia la rotazione dei corpi celesti.

  • Cavallo con le briglie è simbolo di irruenza emotiva e libertà, però trattenuta e controllata dall’etica. È anche l’unico mammifero all’interno dell’opera allegorica.

  • Calamaro gigante, simbolo misterico e accomunato dal popolo Hawaiano al dio del mare Kanaloa (noto è l’occhio di Kanaloa, ispirato al “calamaro dall’occhio sveglio”). Nel mondo onirico rappresenta anche sogni nascosti, abissali e tentacolari, ma non necessariamente con significato sempre negativo.

  • Cinghiale, animale amato dalle antiche popolazioni celtiche per la sua irruenza, oltre che per le carni saporite, appare nell’opera in basso a sinistra ed ha l’occhio destro rivolto all’osservatore. È posto a ridosso della trivella, con lo scopo di tenere a bada, con la lunga zanna gialla, l’osservatore da interpretazioni troppo avventate.

  • Camaleonte, simbolo di metamorfosi e attenzione. Nell’opera la sua lingua è associata, come le spire del serpente, al movimento rotatorio e a spirale.

  • Geco, animale associato alla fortuna in diverse culture, ma anche alla rigenerazione per la capacita di ricreare la sua coda, quando viene amputata. Nel quadro ci sono quattro gechi, che svolgono la funzione di indagare e donare un senso di tridimensionalità all’opera. Passando per piccole porte lasciano presagire la presenza di un mondo nascosto, che rimane celato ad ogni possibile interpretazione simbolica, sia dell’autore che dell’osservatore.

Nella parte inferiore sinistra dell’opera è posto un occhio-teleobiettivo, posizionato su una trivella a vite. Il simbolismo delle figure rappresenta il tentativo di sondare il senso allegorico dell’opera, sia da parte dell’autore che dell’osservatore.

Parte dell’occhio-obiettivo è sovrastata da due frecce direzionali, che col loro moto a spirale antiorario creano un antagonista al moto orario del serpente, ridonano equilibrio al quadro.

É interessante notare che le frecce direzionali hanno origine dalla testa di uno spermatozoo racchiuso in un ovulo, simbolo di concepimento.

Sempre nella parte inferiore dell’opera emergono le tre forme geometriche del cerchio, triangolo e quadrato. Quest’ultimo ha inscritte nella cornice le parole verità e costanza, qui indice di equilibrio morale, inoltre contiene il simbolo della fiocina che, l’ungi dall’essere strumento di controllo, ora è rivolta verso il basso come la punta del pugnale-farfalla, suggerendo la resa di ogni volontà belligerante.

Il cerchio e il quadrato sono posti sulle estremità inferiori delle ali della farfalla, appesantendone di fatto la figura, quasi a volerne trattenere il volo. Il triangolo equilatero, simbolo di perfezione, posa leggero sulle foglie di una palma, assieme alla quale però sostiene l’intero peso dell’allegoria.

A sfondo e cornice delle figure principali vi è una costellazione di componenti meccaniche: bilancieri, molle, viti, stantuffi, pulegge e cerniere di giunzione che rappresentano gli elementi della macchina onirica. Anche una piccola sfera terrestre, in basso a destra dell’opera è mossa da un meccanismo, come la ruota di un vecchio treno a vapore.

Video ispirato all’opera.