Anno 2002 Dimensioni 55x40 Opera eseguita in computer grafica. Bozza originale in cartaceo non disponibile
L’opera rappresenta la riunione d’amore tra amanti, ma anche l’interazione gravitazionale tra due astri, la Terra e la Luna.
La parte femminile e lunare contiene elementi simbolici caratterizzanti gli aspetti psicologici dell’anelito amoroso, l’aspirazione ardente e la brama per l’amato.
La barca rappresenta la ricerca di equilibrio e direzione, nel bel mezzo della turbolenza degli elementi aria e acqua (razionalità ed emotività). L’aria, o razionalità (elemento vata nella tradizione indiana ayurvedica), è un cielo blu lacerato da un fulmine disegnato sulla vela della barca. L’elemento acqua (ma anche terra e kapha, nella tradizione ayurvedica) o emotività invece è interpretato da un enorme pesce vorace di colore verde, che sta per attaccare l’imbarcazione.
L’emotività però viene controllata dalla fiocina (di colore rosso a simboleggiare l’ardore e la persuasione, l’elemento Pitta della tradizione ayurvedica) e la rete della verità (qui intesa anche come parte intuitiva, molto presente nel cosmo psichico femminile).
Sul lato sinistro della barca appare anche un salvagente e la parola Costanza a fianco, ad indicare un ulteriore capacità della psiche di trovare appoggio anche su di un elemento instabile come l’acqua di un mare mosso.
Lungo la circonferenza che delimita il cerchio della parte femminile è scritta la parola palindroma “ama”. Non è solo una verbalizzazione dell’impulso ad amare, né un richiamo per l’amato a manifestare i suoi sentimenti, ma soprattutto la realizzazione della volontà suprema (divina) di amare. Nell’indicativo presente della terza persona, egli ama, si esplica una sorta di preghiera all’amore, un atto prima di tutto devozionale, il che non vuol dire disincarnato, ma preparatorio all’unione che già avviene tra le parti.
Dire “egli ama” indica da subito ciò che è più giusto fare per l’unione, cioè fare come lui, l’assoluto, che ama direttamente e incondizionatamente.
Diversamente nell’altra parte dell’opera, quella maschile e terrestre, tutto risulta un po’ più macchinoso. L’elemento razionale è rappresentato da un pesce dall’espressione preoccupata (il pesce qui rappresenta anche la carpa cosmica blu, elemento femminile Yin, ma represso dalla razionalità) posto innanzi a due grossi ingranaggi e un fiore di girasole (elemento maschile Yang) che a sua volta diventa parte di un esercizio macchinoso, rigido, ma fragile. La stessa fragilità la si nota nell’occhio, dove la sfera terrestre è mossa da un ingranaggio.
Anche nella circonferenza della parte maschile sono scritte delle lettere, ma questa volta non hanno nulla di intuitivo, al contrario la parola nell’elemento maschile è sottoposta al vaglio di un’enorme lancetta, la quale sembra trasformare il quarto di cerchio in un movimento d’orologio, con le sue molle, bilanciere, ruote e rocchetto.
Nonostante tutto una congiunzione avviene, e le due parti si toccano creando un piccolo ponte con le ciglia.
Dall’angolo “sinistro” (il lato tradizionalmente delegato all’elemento diabolico, che etimologicamente indica qualcosa che divide – Diabolos – e si mette di traverso – Diaballo -), in alto all’opera, incombe la controparte divisoria e repulsiva. Nei colori nero e giallo del suo campo d’azione (emanazione velenosa e solvente, ma anche trasformatrice, come nella pratica alchemica del Solve et Coagula) vi è anche un richiamo alle tonalità usate nei simboli di allerta (es: pericolo radiazioni).
N.B. Le parole “divino” ed “assoluto” in questo contesto didascalico, non hanno attinenze religiose.